Parlare del retreat con Eli non è semplice, perché è un’esperienza da vivere, in cui immergersi, lasciarsi condurre e affidarsi.
Un’esperienza potente e trasformativa, individuale e collettiva al tempo stesso: individuale perché di solito parti da sola, non conosci nessuno (ed è meglio così) e ti ritrovi presto di fronte a te stessa; collettiva perché il gruppo è un elemento fondamentale del retreat, tutto viene portato lì e il confronto con gli altri è prezioso.
La pratica più importante non è quella sul tappetino, perchè Eli ti fa praticare sempre.
Tutto è vita e tutto è insegnamento (ma attenzione, in un modo molto concreto, niente robe new age o pseudo spirituali).
Si entra subito in un processo di auto-osservazione di sé stessi e degli altri che dura tutto il tempo del retreat e continua oltre. Un’osservazione che ti permette di vedere e capire meglio chi sei e “come funzioni”.
Il lavoro è costante, rigoroso e anche faticoso ma allo stesso tempo leggero, divertente e liberatorio.
Eli è una guida attenta, esigente e amorevole; ha uno sguardo profondo e un intuito straordinario. Come nelle divinità complesse, in lei l’aspetto benevolo e quello terrifico convivono e questa è la sua forza.
Bisogna però fidarsi di lei e affidarsi alla sua guida. Essere disponibili e aperti a sentire, ascoltare e accogliere le sue parole (anche quando arrivano dritte in faccia o fanno scendere lacrime), i suoi gesti, le sue intuizioni veloci, le sue storie che divertono e curano, i suoi consigli, che poi “consigli” non sono ma piccole perle di saggezza.
E bisogna anche fidarsi e affidarsi agli altri: altri con cui ci si confronta, in cui ci si specchia, che si supporta e dai quali si è supportati. I compagni di retreat in pochissimo tempo da sconosciuti diventano amici fraterni.
Bisogna essere pronti a mollare gli ormeggi, a mettersi in gioco, disponibili a vedere le proprie paure, resistenze, difficoltà; a osservare e accogliere le proprie zone d’ombra per imparare a brillare.
Il retreat non è una vacanza, tanto meno una “vacanza rilassante”: è un viaggio, alla scoperta di se stessi e del luogo magico in cui Eli vi porterà (per capire poi che qualunque luogo può essere magico se lo si sa vivere).
Non è un viaggio facile ma è un viaggio che porta leggerezza, che può trasformare lo sguardo su se stessi, sulla propria storia e sul mondo. Un viaggio che può portare a liberarsi da pesi e fatiche, da sovrastrutture e automatismi, per tornare alle cose essenziali, semplici e vive.
Eli ti provoca, ti dice le cose come nessuno te le ha mai dette. E proprio per questo arriva dritta al punto. Il suo “metodo” è potente e funziona.
Tornata a casa mi sento diversa da come ero partita, più centrata, consapevole, leggera, vigile, sicura, forte, libera e bella. Ho l’impressione di aver fatto quel “click” di cui avevo bisogno e che aspettavo da anni.
Non so quanto durerà questo “rilascio lento” del retreat ma intanto me lo godo e a quasi un mese dalla partenza (e il lavoro, in realtà, inizia prima della partenza, quando ti iscrivi) sento ancora il riverbero di questa esperienza indescrivibile a parole ma che mi fa tornare il sorriso sulle labbra ogni volta che ci penso.
Il tutto detto da una persona che ha sempre pensato di essere piuttosto mentale, che fa fatica a sentire, a lasciarsi andare, che ha resistenze, dubbi e bla bla bla 🙂