Ieri FB mi mostrava una foto di me 15 anni fa, e nel frattempo il post di un mio amico che si riferiva alla pateticità del profilo Instagram di Madonna.
Sono andata a vedere – io che sono cresciuta a pane e Madonna – e in effetti mi si è stretto il cuore.
Dunque, da una parte la foto di me a 24 anni, in un viaggio avventuroso in Turchia con le amiche, dove è successo di tutto, eravamo young and free e internet non ci riguardava più di tanto, ed i miei “quasi 40 anni di oggi” (sarò incosciente ma non me ne rendo conto!), dall’altra Madonna che come altre donne splendide, vedi Nicole Kidman, non accettano di invecchiare, diventando effettivamente una cattiva caricatura di sé stesse.
Siccome non penso che nessuna di queste donne sia stupida (altrimenti ero io Madonna, o Nicole Kidman), devo ammettere che mi fa molta impressione vedere in giro i volti tumefatti dalla chirurgia estetica, tutti uguali.
Lo dice bene il film La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, ma soprattutto lo dice bene Fatema Mernissi, sociologa e scrittrice marocchina scomparsa pochi anni fa, che in uno dei suoi libri migliori – per me – L’Harem e l’Occidente, arriva ad una conclusione molto intelligente: mentre per la donna orientale (leggi araba) è haràm (proibito) LO SPAZIO PUBBLICO, per la donna occidentale è haràm (proibito) IL TEMPO.
Ho usato questo libro per la mia tesi di laurea, moltissimi anni or sono (2005). La tesi si chiamava: Percorsi di rappresentazione del corpo materno, ed era una ricerca sulle politiche del corpo femminile. E’ stato un bel lavoro e mi piace ancora, magari epurato da slanci giovanili (che non mi mancano nemmeno un poco). Esploravo il corpo femminile, a chi appartiene? A chi appartiene il corpo, il figlio, il parto, la fertilità, l’erotismo, la femminilità, la virilità, l’orgasmo, chi le decide?
E l’opera della Mernissi mi ha molto aiutata.
Non ti faccio lo spoiler, corri a comprarlo, ma è interessante vedere come lei, che di harem se ne intendeva, e non l’harem delle odalische che danzano con 7 veli (peraltro storicamente non sono mai esistiti, in questi termini, perché l’erotismo si gioca nel cervello, non fra i veli), sia arrivata a questa conclusione.
Si trovava in un grande magazzino americano, e la commessa le dice che non avevano gonne per la sua taglia, per il suo grande culo. “Massimo la 42”, dice.
Lei, abituata a sarte che le confezionavano abiti su misura, prima si offende, poi stringe gli occhi e guarda bene la commessa: una donna sulla cinquantina, costretta in un tailleur da grande magazzino in taglia piccola. Deprivata del tempo, costretta a somigliare a una ventenne.
Del resto, il sogno erotico legato all’harem è di donne giovani e disponibili, ma soprattutto CONTROLLABILI E FELICI DI ESSERE SOTTOMESSE, che ti dico, manco un gatto da appartamento è così, è vero o no?
L’harem era un altro tipo di luogo, un luogo privato, in cui le donne erano l’una contro l’altra per giocarsi il ruolo di eletta, magari fare un figlio col sultano ed avere uno status più elevato. Dovevano conoscere astronomia, e musica, arte e letteratura, e sfidarsi a singolar tenzone sul piano dell’intelligenza, le arti erotiche, i silenzi.
C’erano avvelenamenti e lotte, all’interno dell’harem, e chiediti perché ci fossero gli eunuchi, o meglio, quale fosse stata la necessità che dei servitori fossero evirati, e comunque quante cose interessanti si potevano fare anche in quel caso, donne con donne, eunuchi e donne. L’erotismo non era a unico appannaggio del sultano.
Ma torniamo alla donna occidentale.
Sto rileggendo un libro fantastico, GODETE! di Alessandra Di Pietro, amica, giornalista per Gioia! e La Stampa, autrice televisiva per Agorà (Rai3) e Kundalini Yogi siciliana, come me.
Fra le mille considerazioni interessanti su matrimonio, fedeltà e monogamia, erotismo, poliamore, passione, sorellanza (ragazze dei Retreat, ho deciso di regalarvelo!) si parla di depilazione integrale, ormai una pratica socialmente super accettata (è il contrario, a non essere accettato), e vaginoplastica. La ricerca della vagina perfetta (per chi?), con filler a base di derma porcino (è vero).
Entrambe queste due pratiche, su cui non mi soffermo, hanno lo stesso comune denominatore: DEVO SEMBRARE PIU’ GIOVANE. Possibilmente una bambina. Rassicurante. Controllabile. Cioè non ha importanza se godo, ma almeno devo sembrare più giovane.
Qualche giorno fa dicevo ad un amico: sai cosa vogliono veramente le donne?
Mangiare senza ingrassare e un orgasmo al giorno (non dico solo questo, ma sono due punti importanti, non neghiamolo!). E l’ho sfidato a portarmi almeno una donna che mi dica che non è vero. Forse le giovanissime lo negheranno, ma una donna di buon senso non lo negherà.
E questo non ha età: tutte ci vogliamo mettere i vestitini belli e sentirci bene e leggere, ma anche mangiare la cioccolata e le patatine fritte, e tutte vogliamo una vita sessuale soddisfacente e divertente. Forza, ditemi che non è vero ????
Ma torniamo all’argomento dell’articolo: come faccio ad accettare l’età che avanza senza soffrire? Ragazze, io quest’anno compirò 40 anni, non so esattamente come sia avvenuto e il Grande Capo e La Grande Capa mi conservano ancora bene, ma è ovvio che ci penso. Non sono i capelli bianchi a farmici pensare, perché mi sono spuntati i primi 10 anni fa dopo una telefonata che mi annunciava la malattia di mio padre, ma ora che ci penso se ne sono anche andati. Insomma qualcuno ce l’ho, ma a proposito del processo di ringiovanimento del corpo, io fossi in voi un pensiero allo yoga ce lo farei, e non allo yoga una volta a settimana, o due o tre, ma a una Sadhana (pratica) quotidiana.
Whatever, penso per esempio che forse non me la sento più ad avere un figlio, e penso che forse non me la sono mai veramente sentita, e comunque la novità è che ora c’è poco tempo per pensarci, ma va bene così. Penso che fra 20 anni avrò 60 anni (se c’arrivo) e spero che mi divertirò ancora tanto. Ma quello che penso davvero è che più ti godi il tuo corpo a 360° (sport, buon sesso, viaggi, buon cibo) più vuoi continuare a farlo, e che non devi cedere alla nostalgia e alla vanità per essere felice e per attraversare i cambiamenti, che per una donna significano anche menopausa e ciò che questo comporta.
Penso, rispetto alle nostre star (e non solo) che ricorrono a filler e bisturi, che il punto sia uno. Ovvero, lungi da me dare un tempo al piacere, ma mi pare che il problema riguardi donne che si sono sentite gratificate o sono diventate famose per la loro bellezza (definita da canoni ben precisi e rigidi), che hanno “piegato il mondo ai loro piedi” o lo hanno “sedotto” attraverso questo mezzo.
Perché si può essere belle ad ogni età e non rinunciarvi. Ne parlo spesso qui in Germania, dove la maggior parte delle donne, forse di un’altra generazione, dopo il 35 si “immaschiliscono”, tagliano i capelli e finiscono per curarsi molto poco. In Italia, soprattutto al mio sud, non è così: ho visto donne di 60 anni e più essere molto belle e curate, e so che loro conoscono il loro piacere. Lo so. Perché l’archetipo è quello di Afrodite, ed Afrodite non ha età. Sarai sempre felice di giocare e prenderti cura di te, ma la tua relazione col mondo è anche libera di essere innocente, leggera, come quella di questo donna, altro post apparsomi ieri su FB:
A Kimiko non interessa essere erotica. Kimiko vuole portare avanti la sua passione, si sta divertendo. Come una signora inglese che va in skate. Magari hanno un sacco di fidanzati, e praticano autoerotismo di qualità, ma il punto è che lei si sta divertendo, proprio nella vita, il suo fuoco non è quello di piacere agli altri (soprattutto agli uomini) e credo che questo sia un grande insegnamento dell’età.
Penso che a un certo punto, il linguaggio cambi. E se continui a raccontarti su di te un discorso dal 2° chakra, non andrai molto avanti nell’evoluzione, nella tua, e nella contentezza, la tua.
Penso a quante donne vedo infastidite (nella migliore delle ipotesi) della bellezza delle altre donne, soprattutto se più giovani.
Dal giorno del mio compleanno sto guidando su un gruppo FB una meditazione che si chiama “IO SONO LA GRAZIA DI DIO”.
Questa è l’illustrazione che l’artista Clorophilla ha realizzato per sostenere le sue compagne di Challenge:
La meditazione doveva durare 40 giorni, invece per volontà delle ragazze durerà 120 giorni. E’ incredibile come funzioni a livello dell’auto-consapevolezza di sé, sentirsi belle, luminose e aggraziate al di là di tutto. E di tutti. Dirselo ogni giorno, 300 volte al giorno. Ne fanno parte donne di tutte le età, nel sostegno e nella sorellanza. Le altre non sono tue nemiche, non lo è il tempo. Il senso della vita è la vita stessa, e divertirsi, nel suo significato di GODERNE, è lo scopo, aiutando anche gli altri, qua e là.
Ho trovato nei miei appunti una frase, non so dirvi se l’ho scritta io o se l’ho presa da qualche parte:
“Perché vuoi togliere ai fiori il loro profumo? Hai forse paura che ti piaccia?”
ps. Ci ho pensato molto prima di scrivere questo articolo, non so se mi sono spiegata o espressa bene, è sempre difficile esprimere certi concetti, senza essere graffianti.
Nella foto, insegno a un’amica la tecnica del bacio alla rosa: le rose ci insegnano a baciare, lo sapevi? lo hai mai fatto? No??? Fallo!
Come? esattamente come nella foto: avvicinati a una rosa, e baciala in bocca, senza lingua è ok, ma vedi come anche lei ti bacia, come si arrende a quel bacio profumato<3