Berlin, schatzi, io scendo.
Scendo dalla tua magnifica giostra.
Baby, die Zeit mit dir war so wunderschön. Aber ich muss gehen. Jetzt.
Mi mancherai, certo. La tua cultura urbana, mi mancherà.
Mi mancherà rifugiarmi dalla neve dentro una festa improvvisata ovunque.
L’odore della metro. Il freestyle.
Gli incontri e gli abbracci con gli sconosciuti.
La tua bellezza improvvisa. La tua ferocia graffiante. La libertà, la tristezza di menti offerte sull’altare della chimica.
Mi piace che già mi manchi, mi piace già il pensiero di tornare. Mi piace sapere di conoscere meglio il tuo corpo, la tua lingua. Solo un pò. Ho ancora tanto da esplorare. Succederà altre volte. Forse.
Mi piace come mi hai trasformata. Mi piace quello che mi hai dato, e quello che mi hai tolto.
Mi piaci molto. Ma il nostro è un amore impossibile, e tu lo sai.
Siamo amanti, tutto qui. E possiamo esserlo per sempre. Sapevi già che io appartengo al mare, ed io sapevo già che tu non vai a dormire mai. Sapevo che la domenica mattina viaggiavi su una Ubhan col volto ancora imbrattato di festa, mentre io correvo ad un parco.
Lo sapevamo, ma abbiamo intrecciato le nostre mani lo stesso.
Stai facendo tutto per non farmi partire, e tutto per lasciarmelo fare.
Mi hai insegnato la bellezza delle cose per privazione, mi hai insegnato una grande pazienza. Mi hai mostrato la mia malinconia, ma non mi hai chiesto “cos’hai?”. Tu non hai mai preteso che io fossi diversa quella che sono. Anzi. Non te ne fotte proprio niente. Es egal, oder?
Io invece sì, scusa.
Ho preteso che ti affacciassi sul mare. Che mi bagnassi di sole caldo. E un po’ di gentilezza in più, Scheiße, e il cibo che sa di cibo. Scusa.
Mi hai dato, mi hai tolto. E stronza e bella come sei mi dimenticherai presto. E poi mi verrai incontro per riabbracciarmi, quando tornerò a cercarti. Prima però ti girerai una sigaretta, la fumerai, darai un sorso alla tua birra, e con un sorriso super sexy mi chiederai: Na?
Ci vediamo quando finisce il mondo, Alter. Liberi d’amare e sporchi di vernice.