Non è facile parlare del retreat, non lo era mentre lo vivevo e anche adesso che la
sua conclusione ufficiale è giunta non è semplice parlarne perchè ha toccato
corde di me molto profonde.
Il retreat è un cammino di ascolto e osservazione che vivi secondo regole che non
sono tue ma decise e dettate da Elisabetta e che inizia molto prima di salire su un
aereo, treno o qualunque mezzo di trasporto che ti conduce fisicamente da lei.
Il retreat è per chi vuole ritrovarsi, sentirsi, potenziarsi, ed è bene essere
consapevoli che non sarà una passeggiata, una vacanza, nemmeno una
battaglia, io l’ho vissuta più come una resa: da alcuni miei schemi mentali e
comportamentali deleteri, depotenzianti, inutili, dalle mie paure, tante, troppe, una
resa da me stessa, una resa per me faticosissima, dolorosa, ma necessaria. Devi
arrenderti se vuoi procedere oltre. Eli ti aiuta a farlo in un modo che non ho
compreso subito, ed è stato giusto cosi per me, credo. Arrendersi e affidarsi credo
siano i presupposti indispensabili per approcciarsi a lei e a questo cammino, e
ottenerne il massimo, e sebbene sia una cosa più o meno difficile per chiunque,
quello che ti arriva in cambio ha un valore incommensurabile. Eli è maga nel
guardarti dentro e fuori, arriva a vedere cose di te che nemmeno tu forse
sospettavi, perché riesce ad avere uno sguardo spietato, scevro da ogni
condizionamento o desiderio di compiacerti e/o compiacere, da qui la sua
potenza. Eli è specchio e guida. Sa essere piuma e sa essere ferro!
Il retreat è un calderone magico di esperienze, persone, parole, gesti, abbracci,
posti meravigliosi brulicanti di vita umana e non solo; è un salto spazio temporale
che ti porta letteralmente dentro il presente. Non esistono tempi passati o futuri in
cui crogiolarsi o tediarsi, esiste solo il qui e ora, tu adesso, ed è per questo un
dono stupendo che ti puoi fare.
Mi rendo conto di aver vissuto un’esperienza unica, anche perché il mio è stato
un retreat one to one con Eli, un gran privilegio che sceglierei altre mille volte.
Delle tante e preziosissime lezioni che ho imparato da Eli ad una in particolare sto
naturalmente tenendo fede e praticando nella mia quotidianità, e riguarda la mia
comunicazione: si dice solo ciò che è bello, buono, utile e opportuno. Non avevo
idea di quanto più semplice fosse vivere comunicando secondo questa regola.
Il retreat può essere una grossa opportunità di guarigione da ferite vecchie e
meno vecchie. Accetti di spogliarti dalle corazze che ti hanno messo addosso e
che ci siamo cucite addosso anche noi stesse, scrosti via vernice vecchia e viene
fuori la meraviglia che puoi scegliere di conoscere, essere e di vivere. Le potenti
meditazioni che si fanno assieme ti aprono delle vie e te le illuminano anche
regalandoti una nitidezza di pensiero incredibile, ma poi con Eli tutto è
meditazione, ogni giorno, in ogni momento, in ogni luogo. Impari, a volte
sbagliando, che devi cogliere l’attimo, che se sul treno non ci sali lo perdi, che è
bello e a volte necessario rompere la stabilità per stare meglio, che anche urlare è
un’arte che va imparata, che ballare ti muove quando tutto dentro di te o attorno a
te è fermo.
Sono tornata 3 giorni fa. Chiunque mi veda mi guarda con curiosità, tutti
sembrano notare qualche differenza importante rispetto a prima e ci tengono a
dirmelo. Mi dicono che emano luce, altri che sembro ringiovanita, altri che infondo
serenità, persino la mia gatta si sta comportando con me in modi differenti e
insoliti.
A parte la gatta a cui ho detto di essere andata a cercare la sua padrona, agli altri
rispondo che sono andata a riempirmi di Prana.