Scrivo questo post ascoltando Just Breathe dei Pearl Jam.

La vita è meravigliosa, ed io mi sento molto fortunata. Ma non posso negare che a volte rimango senza parole davanti a una scorrettezza, un’ingiustizia, una bugia o mi arrabbio (sì, con tutti quei pianeti in sagittario e tanto fuoco dei vulcani e del sole siciliani mi capita 🙂 ). E in questi casi è il respiro che mi viene in aiuto.

Avete notato che il respiro, quando siamo alterati, cambia di frequenza? Diventa più veloce, e lì, se riusciamo ad avere lo spazio mentale per decidere di rallentarlo volontariamente, siamo fuori dai guai. Ci calmiamo ed è molto difficile litigare. L’altra persona sbraita, e noi lì, calmi e distaccati, ma soprattutto sani.

Ed ogni volta che mi arrabbio, mi rendo conto che quell’emozione mi toglie qualcosa dalle ossa, mi toglie vitalità. In poche parole mi fa male, e non risolve nulla.

Forse il processo del dire di “NO” o della reattività ad una bugia, ad una mancanza di rispetto, possono essere utili (dico forse), ma devo trovare un modo per riemergere dai fumi dell’emozione, rigovernare il mio stato d’animo, e soprattutto lasciare andare.

Perché?

Perché se sono arrabbiata, probabilmente (leggi: sicuramente) comunicherò male, o me la prenderò con persone e situazioni che non c’entrano proprio nulla. Tutto questo scatenerà una reazione a catena che non contribuirà certo alla mia serenità e alla mia lucidità mentale.

Non si tratta (per me!) di “non essere yogici” (come se tutti gli insegnati di yoga fossero yogici tutto il tempo, c’mon, siamo umani!), si tratta di usare lo yoga per essere una persona migliore, per governare le tempeste degli stati d’animo e riuscire ad agire e a pensare soprattutto con il giusto distacco.

Le cose avvengono, le persone mentono, non ne ho il minimo controllo.

Ho solo un potere: il controllo su di me.

Da yogini ho degli strumenti per riprendere le redini della situazione ovunque io sia.

Non ho bisogno del mio tappetino di yoga, dei vestiti adatti, né di un posto quieto: ci sono delle tecniche che posso praticare ovunque: in mezzo al traffico, in ascensore, un momento al bagno durante una riunione di lavoro prima di tirare i capelli all’amministratore delegato (se non sono io 😉 ).

Come il Sitali Pranayama.

Lo uso per sfiammare la rabbia, per migliorare la digestione (tutti sanno che buona forchetta sono), per rinfrescarmi dal caldo afoso e per abbassare la febbre (funziona, insegnatelo ai vostri bambini!)

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HOW TO DO:

Seduti (o in piedi sull’autobus) in una posizione comoda, con la schiena diritta. Curvate la lingua e fatela sporgere dalle labbra circa 2 cm, come a formare il beccuccio di un’anatra.

Alcune persone non riescono a curvare la lingua, in questo caso è sufficiente tenere la lingua fuori dalla bocca di un paio di cm e fermarla dolcemente con gli incisi, facendo entrare l’aria lateralmente (sentirete i due lati della lingua rinfrescarsi) . Inspirate profondamente attraverso la lingua e la bocca. Poi rientrate la lingua ed espirate lentamente attraverso il naso, continuando così 3 minuti, o finché non vi sentite “rinfrescati”.

A volte la lingua, durante la pratica di questa respirazione, può assumere inizialmente un sapore amaro. No panic: è un segno di disintossicazione, continuando la pratica il sapore cambia di nuovo, diventando via via meno metallico, e poi dolce.

Se volete un’esperienza più intensa, praticatelo 26 volte la mattina e 26 la sera.
Da un punto di vista spirituale, gli insegnamenti dicono che questo pranayama mette i Cieli a nostro servizio.
Ecco, questo è il consiglio yogico.
Mi permetto di darvi un altro consiglio, stavolta frivolo.
Qualche sera fa, una mia amica mi ha letto una frase di Jean Cocteau:

La frivolezza è la più bella risposta all’ansia.

E allora sapete che vi dico? Quando vi sentite upset, insomma sottosopra, mettetevi un rossetto, rosso che sia rosso, praticate il Sitali Pranayama, uscite a mangiare un gelato che sia buonissimo.

Io dopo anni ho trovato quello giusto per me (il rossetto, no il gelato: per me il più buono del mondo si mangia solo a Messina e provincia, fortuna che non ci vivo se no mangerei una coppa di granita e panna con brioche ogni giorno!).

Russian Red della MAC, lo stesso che usa Madonna (sapete che anche lei pratica Kundalini Yoga?).
Poi, se voglio esagerare, mi metto Ruby Woo, sempre MAC.
Usate questa energia di fuoco per farne qualcosa: danzate, cantate, uscite!
Questo è il senso della #turbanschool, questo per me è Women Empowerment.
Da poco ho frequentato un corso bellissimoDurante un esercizio mi è venuta un’idea senza forma, a cui la creatività dei miei compagni di corso e la mia insegnante hanno dato una forma (evviva gli altri, evviva!): si chiama #yogasenzatappetino, un progetto che nasce oggi, e che ho il piacere di condividere con voi: veloci pillole di Kundalini Yoga da praticare ovunque.
Seguitelo su Instagram, Facebook, Youtube e qui, e ditemi nei commenti:
* Cosa vi piacerebbe trovarci?
* Quali sono i problemi o gli stati d’animo più frequenti a cui vorreste una soluzione yogica (e magari anche una frivola)?
* Ma soprattutto ditemi: avete trovato il rossetto rosso perfetto?
* la foto (trovata in rete) é una grande chicca: inutile dirvi che si tratta della mia amata Madonna, ma per i “non kundalinici”, il punto é che indossa una mise del Kundalini Yoga, col turbante tradizionale che trovi spiegato nel mio tutorial qui