Il mio nome spirituale è Har Atma Kaur, che significa “Principessa Leonessa di Dio la cui Anima [Atma] è colma di gentilezza, prosperità e creatività, l’ Anima di Dio [l’aspetto Har del divino] che cammina con Grazia e Coraggio attraverso la propria vita“.

E’ vero, io sono profondamente così. Quando sono equilibrata sono così, assolutamente così. E il nome che mi ha dato la mia famiglia è il nome di una Regina, Elisabetta. Che in ebraico significa: la Casa [bait] di Dio [El]. Incredibile, quasi lo stesso nome spirituale.

Il nome spirituale è una Corona. E’ il tuo Destino. Perché? Vediamolo tecnicamente.

Man vuol dire Mente.

Vidh significa praticare un foro, come per infilare una perla.

Chanan è la Luce, la realtà Infinita. Veikha significa vedere.

Man vid chanan veikha (dal Guru Granth Sahib, il libro sacro che per i Sikh è l’11° Guru) significa: praticare un foro nella mente, attraversarla, e da quel foro intravedere la Luce Infinita che sta oltre. Oltre il bene e il male.

Ok, ma perché dovrei praticare un buco nella mia mente?

Se l’immagine di “infilarci una perla” non vi sembra abbastanza bella, Yogi Bhajan lo spiega così. La mente è il nostro strumento, la nostra meravigliosa proiezione, il nostro punto di forza per collegarci al divino e farci da GPS. Chi sono? Dove sono? Cosa sto facendo DAVVERO? Dove sto andando (al di là di quello che mi racconto e che racconto agli altri)?

La mente, però, è anche la nostra croce, se non viene governata. Non basterebbe un libro a spiegarlo, ma sappiamo bene che a volte, cavalando un pensiero, ne veniamo disarcionati malamente. Vi è mai capitato di fare, che so, un esercizio di yoga o in palestra, e ad un certo punto venite “colpiti” da un brutto pensiero e perdete il filo o la forza? Eppure ci stavate riuscendo, ma qualcosa dalla vostra mente vi ha boicottato, bloccandovi.

O ancora, avete presente quei pensieri ossessivi e rancorosi da cui non riuscite ad uscire? (la buona notizia è che vi allego una meditazione fantastica per liberarvene).

La mente è un prodotto fisico. Meno “tangibile” del corpo, ma non ancora “spirituale” come l’Anima. E’ uno specchio, collegato alla mente universale e infinita, ma anche a calcoli bassi e a reazioni, nel senso di ping dopo pong. Yes or not? come direbbe il mio amato Guru Dev Singh Khalsa.

Nel libro La Mente, che non mi stancherò mai consigliarvi, Yogi Bhajan dice:

Come fare a praticare quel foro? Come creare il buco nella mente e vedere il raggio di luce dell’anima? Una risposta ci viene dalla teoria di base secondo cui ognuno ha un suo destino. Il destino sono le vostre azioni più elevate e la coscienza nel corso di questa esistenza. Esso racchiude quello che è per voi il senso della missione e l’obiettivo. Una delle procedure per spostare l’ago della bussola interiore del destino consiste nel ricevere un nome spirituale, un nome che si accompagni al vostro destino. Di questi tempi non si tratta di una tecnica comune. Noi non cogliamo il potere della parola e il dono del destino. Scegliamo soprannomi a caso. Non teniamo conto dell’impatto e dell’effetto che producono sull’anima della persona. In realtà quando si dà un nome ad un bambino gli si deve dire qual è il suo destino. Perché ha questo nome? I nomi dati a partire da sensazioni porteranno a sensazioni, i nomi dati a partire dal destino porteranno a quel destino. Non è altro che una meditazione, che tutti ripetono per voi. Quando pensate a quella persona e ripetete il nome che fa appello al destino che costui porta dentro di sé, pregate per quella persona e quella persona riceve ogni volta una benedizione”.

Capite dunque che un nome è qualcosa di più. E’ un mantra in sé. C’è un libro molto bello di Bruce Chatwin, Le Vie dei Canti, che parla della cosmogonia degli aborigeni australiani. Camminando cantavano, cantando evocavano le cose, e solo così le cose iniziavano ad esistere.

O come dice la Bibba:

In principio era il Lόgos,
il Lόgos era presso Dio
e il Lόgos era Dio.
Egli (il Lόgos) era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui (del Lόgos),
e senza di lui (il Lόgos) niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.  (Giovanni 1, 1-3)

Temo la traduzione, per questo ho scelto il termine Lόgos invece di “il verbo”, ma non è questa la sede per approfondire, sarei capace di scriverne per giorni!

Torniamo al nome e al suo potere. Vi faccio un esempio. Molti si sono dispiaciuti perché ho trasformato il nome del blog da “canti di una sirena in viaggio” a “canti di una yogini metropolitana”. E’ un discorso di proiezione legata al nome (stiamo parlando di questo, no?): mi sono resa conto che la proiezione che voglio per me è quella del mio Sé elevato, la yogini, e non quella di una creatura che seppur meravigliosa, passa la sua vita ad aiutare naufraghi e pirati incoscienti e ubriachi, e che se vuole camminare nel mondo per seguire l’amore e la conoscenza, deve rinunciare alla propria voce. Non continuo per brevità, ma vi rendete conto della differenza?

Come si riceve un nome spirituale? E’ il Maestro che dà il nome spirituale. Attraverso la propria data di nascita (secondo la numerologia tantrica come insegnata da Yogi Bhajan e Guru Dev Singh – no, Karam Kriya, no, non è numerologia tantrica) e lo spazio meditativo riceviamo il nostro nome spirituale.

Yogi Bhajan non è più nel suo corpo fisico, ma ha insegnato a qualcuno come fare.

Oggi potete richiedere il vostro nome spirituale qui:

https://www.3ho.org/spiritual-names

Siamo nell’Era dell’Acquario. Su, va bene anche così. Ha la sua potenza. Pensate che state venendo a contatto col mondo attraverso un click, i tempi sono questi. Mantra un tempo segreti sono oggi alla portata di tutti – e rimangono potenti – perché nell’Era dell’Acquario non ci sono più segreti, il mondo ha bisogno di liberarli. Non ne vedremo noi gli effetti, ma le strutture di potere si stanno sgretolando. Pensate ad internet e alle infinite possibilità che offre. Tu non mi conosci e mi stai leggendo, per dirne una, minuscola.

Usate il vostro nome spirituale, meditateci, amatelo, sentitene il gusto, scrivetelo, e se volete mi piacerebbe tanto che condivideste nei commenti quello che avete ricevuto.

Vi mando tutto il mio supporto nel vostro cammino e un augurio sincero per il vostro nome, sulla strada del vostro destino.

Sat Nam

Ah! ecco la meditazione per liberarsi dai pensieri indesiderati: meditation-for-the-negative-mind! Fatemi sapere se va meglio, e se non riuscite a meditare per 11 minuti, iniziate con con 3 minuti, per 40 giorni. Buona pratica!

CURIOSITA’: vi sto parlando dei nomi spirituali che provengono dalla tradizione Sikh, a cui apparteneva Yogi Bhajan, il Maestro che per primo ha portato il Kundalini Yoga in occidente nel 1969. In questa tradizione, tutti i nomi spirituali delle donne terminano in Kaur, e quelli degli uomini in Singh. Perché? Nel 1699, Guru Gobind Singh, il decimo guru dei Sikh diede a tutte le donne Sikh il cognome ‘Kaur’ e agli uomini ‘Singh’. Ciò con lo scopo di porre fine al sistema delle caste, alla stratificazione sociale e a gran parte dell’apparato ritualistico indù. Nella società indiana, infatti, il nome di una persona rivela la propria casta, così – avendo tutte le donne ‘Kaur’e gli uomini ‘Singh’ nei loro cognomi – i Sikh furono liberati da Guru Gobind (lo amo, altro che rockstars!) dal sistema delle caste. Inoltre, per la parità di genere, il nome Kaur fu dato alle donne per stabilire una identità indipendente dal loro padre o marito. I nomi propri sono neutri, ciò significa che esiste sia Har Atma Kaur, che Har Atma Singh. Questo sì che è femminismo!

COSA SIGNIFICANO? Kaur viene da ‘Kanwar’ e significa Principessa, Singh viene da ‘Simha’ e significa Leone. Mi dispiace non potere approfondire di più, l’articolo diventa davvero troppo lungo, ed io sto scrivendo da due ore! Ma chiedete pure nei commenti.

L’immagine è una bellissima illustrazione di Costanza Coletti Illustration, il cui nome spirituale è Chandra Kaur. Chandra è uno degli aspetti della Luna, e chi ha la gioia di conoscerla, sa che non poteva esserci un nome migliore per descriverla.

Questa illustrazione è stato uno dei suoi regali di compleanno a Guru Dev Singh Khalsa, il nostro Maestro di Meditazione, Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan, a cui sono grata ogni giorno, ogni momento, e a cui mando tutto il mio amore.