In mezzo al mare, spinto dalle onde, che si chiudono su di lui.
Né destre né sinistre. Non si può giocare.
Chiusoni ossuti.
Ossa di seppie.
E’ tempesta, e nascosti nella baia pirati senza scrupoli issano la bandiera con la sagoma di un teschio familiare.
Non c’è via d’uscita.
Non una tavola, non un amico, non una ragione, nessuna autenticità fra i fiori complicati.
Uomo cometa, almeno tu conosci i perché?
Campi di chá, picchi e miradouros, baie misteriose, terra rossa, sabbia chiara nascosta, nebbia fumosa fra i boschi, laghi bollenti. Vento che batte, scorci di fiume e sole, mare che ribolle, minaccioso ti chiama, e misterioso ti ributta a riva, privo di sensi, vomitando acqua salata. Benzina 95. Pioggia sottile.
Prima, seconda, terza e quarta.
Retromarcia.
Remi in barca.
Controvento.
Sale sulle ferite. Brucia il giusto. Ma nessuna dolcezza. Nessuna.
Non ora.
Non aveva mai visto tanti arcobaleni. Mai sorgere dall’Oceano.
E alla fine rimarranno solo quelli nella rete dei ricordi. E qualche morso di squalo, simile a una risata.
Obrigado.
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